La manifestazione dell’11 ottobre “L’opposizione è nelle nostre mani” vuole dare visibilità al fatto che c’è un’Italia che non si rassegna alle politiche devastanti messe in atto dal Governo Berlusconi.
Da un lato, con tale iniziativa, si intende far incontrare le molte realtà locali che si sono già mosse su singoli obiettivi, dando un respiro più ampio alle loro lotte, dall’altro avviare una stagione nuova di azioni ampie, unitarie, condivise a difesa della Costituzione e della democrazia.
E’ indubbio che fra i valori costituzionali sotto attacco vi sono quelli, basilari per la civile convivenza, che pongono tutte le persone sullo stesso piano, al di là delle differenze di genere, di religione, di paese di provenienza.
Gli ultimi mesi sono stati segnati, infatti, da un’escalation del razzismo e della xenofobia, ai vari livelli istituzionali e nella società, in un giro vizioso che ha visto il senso comune alimentato dalle campagne mediatiche, dai provvedimenti governativi, dalle politiche securitarie diffuse e gli atti di governo giustificati dal consenso dell’opinione pubblica.
L’individuazione continua di capri espiatori per le difficoltà crescenti causate dalla crisi economica, il clima di paura e di insicurezza, provocato in primo luogo dalla perdita di certezze per il proprio futuro e, in gran parte, indotto e alimentato dai governanti e da certi mass media, ma addebitato (dai governanti) al “diverso” di turno (il Rom, il rumeno, il cosiddetto “clandestino”, il migrante in genere), il venir meno di punti di riferimento validi e credibili a livello politico e culturale stanno portando ad un imbarbarimento generale della società, ad un arretramento pauroso del grado di civiltà del Paese, ad una situazione di “allarme rosso” rispetto alla stessa vita democratica.
Tutto ciò ha suscitato una molteplicità di reazioni – di associazioni, gruppi, singole persone -, ma è mancata una risposta corale, come altre volte vi è stata, che dicesse, in modo chiaro, netto, visibile, NO AL RAZZISMO ED ALLA XENOFOBIA.
Per questo tale NO deve essere al centro della manifestazione dell’11 ottobre, accanto a quelli, altrettanto decisi, riguardanti la guerra, il precariato e l’annullamento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori, la devastazione ambientale, la violenza maschile sulle donne, gli attacchi alla scuola pubblica, alla laicità dello Stato, all’autodeterminazione femminile, alla libertà d’informazione, alla legalità, alla salute ed alla sicurezza negli ambienti di lavoro.
Non si tratta solo di dire dei no, ma di riproporre politiche e progetti che abbiano al centro la qualità della vita delle persone in carne ed ossa.
Più precisamente, per quanto riguarda i migranti, i rifugiati, i profughi, occorre riaffermare come obiettivi, a livello locale e nazionale, i diritti di cittadinanza, compreso quello di voto, i processi di accoglienza e d’inclusione, lo sviluppo di azioni solidali, l’azione concreta contro ogni tipo di discriminazione, la chiusura dei CPT, l’abolizione della Bossi-Fini, l’approvazione di una legge sull’asilo.
E’ su queste basi che invitiamo a partecipare numerosi alla manifestazione dell’11/10 a Roma, convinti che il suo successo possa essere di stimolo allo sviluppo di movimenti e di vertenze in grado di contrastare la deriva in atto e di avviare percorsi diversi, verso quell’ “altro mondo possibile” che diviene sempre più necessario.
www.11ottobreinpiazza.org
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