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Archive for novembre 2008

 

Verrà presentato lunedì 1 dicembre, alle ore 21.30 presso la Biblioteca Comunale M. Rivosecchi di Grottammare, il libro “Il Che tra la letteratura e la vita. Note per il cuore e per la memoria”. All’incontro, curato da Lucilio Santoni, parteciperà l’autore Julio Miguel Llanes López, capace di condensare una ricerca durata alcuni anni nella quale ricostruisce un aspetto meno noto del Che: il suo rapporto con la letteratura. La vita del rivoluzionario latinoamericano viene ripercorsa attraverso le testimonianze e i documenti che ricostruiscono la natura di questo rapporto permettendoci di guardare da un punto di vista privilegiato la formazione e l’evoluzione del suo pensiero. Le letture e le scritture di Guevara vengono analizzate nella loro relazione con la vita concreta, con i viaggi, con la rivoluzione a Cuba, in Congo, in Bolivia … vicende ed episodi come tessere di un mosaico.

Ne emerge una visione più complessa della figura di Guevara, arricchita da una dimensione umana integrale, lontana dagli stereotipi del santino rivoluzionario. L’autore illumina, a partire dal rapporto del Che con la letteratura, lo sviluppo della sua coscienza rivoluzionaria. Che Guevara era un attento lettore, per esprimersi come l’autore di questo libro, un lettore attivo che interrogava i testi. Aveva una capacità critica rivolta tanto ai libri quanto alla realtà che lo circondava, una disponibilità a mettere ogni cosa in discussione senza preconcetti. Mettendo in discussione prima di tutto se stesso, assimilando, attraverso questo dialogo critico, le esperienze di vita e le letture.

 

JULIO MIGUEL LLANES LÓPEZ

(Yaguajay, Sancti Spíritus, Cuba, 1948) 

Scrittore. E’ stato tra i fondatori dell’Unione Nazionale degli Scrittori e degli Artisti Cubani (UNEAC) nella provincia di Sancti Spíritus e ne è stato presidente per oltre vent’anni. Professore associato all’Università Pedagogica di Sancti Spíritus e promotore culturale.

Tra le sue numerose pubblicazioni si segnalano: sei antologie di Testi di critica e ricerca sulla letteratura per l’infanzia, una testimonianza sui suoi viaggi attraverso l’America Latina, pubblicata in Cile, diversi libri di narrativa per bambini e ragazzi, tra questi in particolare il libro di racconti Sueños y cuentos de la niña mala e i romanzi El pájaro del alma, Paquelé e El día que me quieras, pubblicati anche in Brasile, Ecuador, Argentina e Spagna.

Per il suo lavoro di scrittore e di promotore culturale ha ottenuto numerosi premi di rilevanza nazionale a Cuba: più volte il premio La Rosa Blanca per il miglior libro dell’anno, i Premi Los Zapaticos de Rosa, Abril e La Rosa Blanca Especial, assegnati rispettivamente dalle organizzazioni nazionali dei bambini, dei giovani e degli scrittori cubani. E’ membro onorario dell’Associazione dei Pedagogisti di Cuba.

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UN PASSO PER LA LEGALITÀ

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PER LA SINISTRA

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Appuntamento ad Ancona martedì 25 novembre, alle ore 21 presso la sala del Consiglio Comunale, con Marco Fumagalli e Nichi Vendola per l’Assemblea Costituente La Sinistra. L’organizzazione dell’incontro dibattito è curata dall’Associazione per la Sinistra (www.lasinistra-ancona.it).

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COME CI VEDONO

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PARIGI – Al minuto 27 della chiacchierata, iniziando a parlare di cinema italiano, Roman Polanski si alza dal divano di pelle nera del suo studio e va a prendere sulla scrivania una foto ritagliata da un giornale inglese. È un’immagine di Berlusconi colto mentre sale in auto sorridente e saluta a mano aperta: “Guardi che espressione. Mi fa molto ridere questa foto ed è emblematica: ha un sorriso da clown, pare una maschera, e saluta come Hitler. E guardi il contrasto tra il suo sguardo da giullare e quello truce e solenne delle sue guardie del corpo. Dice così tanto questa foto…”.

 

“Onestamente io l’Italia non la capisco” prosegue il regista premio Oscar nel 2002 con Il Pianista. “Per me è del tutto impossibile prevedere dove state andando. Berlusconi sfida ogni norma, ogni regola alla base del funzionamento del Paese. È sorprendente. Una cosa che mi ha sempre preoccupato, sin da quando abitavo a Roma trent’anni fa, è che il vostro eroe nazionale, dalla letteratura al cinema – soprattutto al cinema – è sempre una specie di imbroglione. Piccoli truffatori, furbastri disonesti. Gli italiani amano questi furfanti: si danno di gomito e dicono “ah ah, guarda quello come li ha fregati tutti” (in italiano, ndr). Non so se è un’eredità dell’impero romano, ma è pericolosa. In ogni cultura c’è il personaggio un po’ mascalzone e canaglia, ma mai al livello italiano. E ora avete eletto il re degli imbroglioni.

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SINISTRA È BELLISSIMO

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di Moni Ovadia

 

Il parlamento tedesco, negli scorsi giorni, a seguito di reiterati episodi di aggressioni antisemite verificatesi in Germania, su proposta della cancelliera Angela Merkel, ha votato una risoluzione di condanna dell’antisemitismo e di solidarietà nei confronti dello Stato di Israele e del suo popolo. A questa risoluzione ha chiesto di aderire anche la “Linke”, partito di sinistra di recente formazione nato dalla fusione delle forze politiche raccolte intorno a Oskar Lafontaine, ex presidente della Spd con gli ex comunisti della DDR guidati da Gregor Gysi. Fondata sulla base di una piattaforma politica di nuova concezione e con una forte impronta pragmatica, la “Linke” è accreditata dai sondaggi per essere la terza forza politica tedesca. Quando i partiti promotori della risoluzione contro l’antisemitismo hanno respinto l’adesione della “Linke”, i suoi rappresentanti ne hanno presentata una propria, identica a quella degli altri partiti. La scelta è stata genialmente provocatoria. È stato un modo intelligente per opporsi ad una sistematica demonizzazione di tutto ciò che è in odore di sinistra messa in atto dalle forze conservatrici e reazionarie in molte parti Europa. Portabandiera della crociata, sono stati i gemelli Kaczynsky, leader del governo polacco ultrareazionario e di orientamento antisemita e, naturalmente, il governo Berlusconi con la sua corte dei miracoli intrisa di fascistume e di autoritarismo piduista.

Non stanchiamoci mai di ricordare che uomini della sinistra sono stati protagonisti delle più grandi battaglie per la democrazia, per la libertà e l’uguaglianza. Omologarli tout cout ai crimini staliniani o a quelli di Pol Pot è da buffoni e da vigliacchi.

Per troppo tempo si è tollerato remissivamente questo ignobile stillicidio. È ora di alzare la voce e la testa per gridare forte: “sinistra è bellissimo”.

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www.sinistra-democratica.it 

 

La manifestazione nazionale degli studenti universitari di domani (oggi per chi legge) – concentramento per tutti gli Atenei non romani alle ore 9:00 in Piazza della Repubblica, da dove, una volta raggiunti dallo spezzone della Sapienza, partirà il corteo studentesco – rappresenta un passaggio estremamente importante per il movimento nato in queste settimane nelle facoltà di tutto il Paese. La riuscita della manifestazione infatti non sarà legata esclusivamente al solo dato partecipativo, che per altro si prospetta ragguardevole, ma anche alla capacità di dare una forma e un respiro ampio e plurale all’intero movimento, sottraendolo ai rischi tanto del gossip giornalistico quanto del settarismo ideologico per proiettarlo come realtà collettiva nel dibattito politico dell’intero Paese.

Un movimento insomma in grado non solo di contestare e fermare – come fino ad oggi ha fatto efficacemente – le scellerate politiche della Ministra Gelmini, ma anche di porre l’opinione pubblica italiana di fronte alla realtà delle condizioni dell’Università e della Ricerca in Italia, uno dei paesi europei con meno laureati, con i laureati piu’ “vecchi” e con un tasso di disoccupazione che tra i neolaureati supera il 20%. Il numero di studenti universitari in Italia è infatti piu’ che raddoppiato negli ultimi trent’anni: oggi un giovane su quattro frequenta l’Università. A questo però non si è accompagnato una significativa riduzione del livello di disuguaglianza relativa alle possibilità di studiare: il titolo di studio conseguito continua, immancabilmente, a dipendere dal livello culturale e soprattutto socioeconomico della famiglia di origine. Non solo:  a fronte del progressivo aumento della popolazione studentesca, il nostro Paese è comunque caratterizzato da un numero di laureati estremamente basso, sia in termini assoluti sia in percentuale di iscritti: circa il 60% degli immatricolati abbandona gli studi e chi si laurea riesce a farlo in media solo dopo otto anni. E una parte considerevole di loro è destinata – spesso predestinata – a lunghi anni di disoccupazione e di precariato selvaggio.

Il movimento degli universitari quindi ha oggi una responsabilità in piu’, oltre quella di essere il cuore della protesta studentesca contro il Governo di centrodestra, è cioè di mostrare quelle che oggi sono opzioni che il mondo dell’Università italiana ha di fronte a sé: il cambiamento radicale a fronte della conservazione; la creazione di un welfare studentesco che colmi il gap tra chi può studiare con successo e chi invece non ne ha i mezzi a fronte di un sistema che fotografa e perpetua le diverse condizioni socioeconomiche di partenza; lo smantellamento del sistema dei privilegi che caratterizza ancora il mondo accademico e quello delle professioni a fronte della protezione di privilegi acquisiti, baronie e nepotismi; la scelta della rappresentanza studentesca come reale strumento di partecipazione a fronte di una concezione dello studente come mero fruitore o gestore di servizi; l’affermazione dell’autonomia e del primato della Ricerca a fronte di una visione dell’Università al servizio della produzione e di Confindustria.

Se il movimento degli universitari, anche attraverso la grande manifestazione nazionale di Roma, saprà interpretare fino in fondo queste aspettative e questi bisogni renderà un grande servizio a questo Paese, che ha un grande bisogno di essere risvegliato dal torpore civile in cui è lentamente scivolato in questi ultimi anni. E renderà un grande servizio anche alla Sinistra, che ha un altrettanto grande bisogno di ritrovare parole ed energie nuove per riscrivere la propria storia e quella dell’Italia.

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Venerdì 14 novembre, alle ore 20.30 presso la “Taverna Vittoria” di Santa Vittoria in Matenano, terza serata della campagna di ascolto indetta dai Partiti (Rifondazione Comunista, PdCI, Sinistra Democratica, Verdi) a sostegno della candidatura di Fabrizio Cesetti a Presidente della Provincia di Fermo.

In questa occasione l’incontro sarà conviviale con una cena a cui potranno partecipare tutti coloro che hanno interesse a confrontarsi con il candidato Presidente e con gli esponenti politici dei Partiti che lo sostengono.

Eccellente la partecipazione alle prime due serate: 120 presenze a Petritoli ed oltre 70 a Massa Fermana; una conferma del desiderio degli elettori di confrontarsi e di discutere di sana politica in modo concreto e costruttivo.

Anche in questa occasione Fabrizio Cesetti presenterà le principali linee programmatiche della sinistra ed insieme a tutti gli altri esponenti politici dei partiti a suo sostegno sarà a disposizione dei cittadini per ascoltare esigenze, necessità, priorità e tutto quanto possa essere ritenuto interessante per la nuova Provincia di Fermo.

Saranno presenti i Segretari Provinciali di RC, PdCI, SD, Verdi oltre che gli Assessori ed i Consiglieri Provinciali uscenti di tali partiti.

Tale campagna di ascolto sarà propedeutica alla definizione di un programma politico-amministrativo condiviso con tutti gli altri partiti del Centro-Sinistra, con i quali si intende affrontare questo importante appuntamento elettorale.

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DOCUMENTO DEL TAVOLO DELLA COSTITUENTE DELLA SINISTRA

www.sinistra-democratica.it

 

Le ragazze e i ragazzi che in questi giorni portano la loro protesta in tutte le piazze del paese per una scuola che li aiuti a crearsi un futuro ci dicono che la speranza di un’altra Italia è possibile. Che è possibile reagire alla destra che toglie diritti e aumenta privilegi. Che è possibile rispondere all’insulto criminale che insanguina il Mezzogiorno e vuole ridurre al silenzio le coscienze più libere. Che è possibile dare dignità al lavoro, spezzando la logica dominante che oggi lo relega sempre più a profitto e mercificazione. Che è possibile affermare la libertà delle donne e vivere in un paese ove la laicità sia un principio inviolabile. Che è possibile lavorare per un mondo di pace. Che è possibile, di fronte all’offensiva razzista nei confronti dei migranti, rispondere – come fece Einstein – che l’unica razza che conosciamo è quella umana. Che è possibile attraverso una riconversione ecologica dell’economia contrastare i cambiamenti climatici, riducendone gli effetti ambientali e sociali. Che è possibile, dunque, reagire ad una politica miserabile la quale, di fronte alla drammatica questione del surriscaldamento del pianeta, cerca di bloccare le scelte dell’Europa in nome di una cieca salvaguardia di ristretti interessi.

Cambiare questo paese è possibile. A patto di praticare questa speranza che oggi cresce d’intensità, di farla incontrare con una politica che sappia anche cambiare se stessa per tradurre la speranza di oggi in realtà. E’ questo il compito primario di ciò che chiamiamo sinistra.

Viviamo in un paese e in un tempo che hanno bisogno di un ritrovato impegno e di una nuova sinistra, ecologista, solidale e pacifista. La cronaca quotidiana dei fatti è ormai una narrazione impietosa dell’Italia e della crisi delle politiche neoliberiste su scala mondiale. Quando la condizione sociale e materiale di tanta parte della popolazione precipita verso il rischio di togliere ogni significato alla parola futuro; quando cittadinanza, convivenza, riconoscimento dell’altro diventano valori sempre più marginali; quando le donne e gli uomini di questo paese vedono crescere la propria solitudine di fronte alle istituzioni, nei luoghi di lavoro – spesso precario, talvolta assente – come in quelli del sapere; quando tutto questo accade nessuna coscienza civile può star ferma ad aspettare. Siamo di fronte ad una crisi che segna un vero spartiacque. Crollano i dogmi del pensiero unico che hanno alimentato le forme del capitalismo di questi ultimi 20 anni. Questa crisi rende più che mai attuale il bisogno di sinistra, se essa sarà in grado di farsi portatrice di una vera alternativa di società a livello globale.

E’ alla politica che tocca il compito, qui ed ora, di produrre un’idea, un progetto di società, un nuovo senso da attribuire alle nostre parole. Ed è la politica che ha il compito di dire che un’alternativa allo stato presente delle cose è necessaria ed è possibile. La destra orienta la sua pesante azione di governo – tutto è già ben chiaro in soli pochi mesi – sulla base di un’agenda che ha nell’esaltazione persino esasperata del mercato e nello smantellamento della nostra Costituzione repubblicana i capisaldi che la ispirano. Cosa saranno scuola e formazione, ambiente, sanità e welfare, livelli di reddito e qualità del lavoro, diritti di cittadinanza e autodeterminazione di donne e uomini nell’Italia di domani, quel domani che è già dietro l’angolo, quando gli effetti di questa destra ora al governo risulteranno dirompenti e colpiranno dritto al cuore le condizioni di vita, già ora così difficili, di tante donne e uomini?

E’ da qui che nasce l’urgenza e lo spazio – vero, reale, possibile, crescente – di una nuova sinistra che susciti speranza e chiami all’impegno politico, che lavori ad un progetto per il paese e sappia mobilitare anche chi è deluso, distratto, distante. Una sinistra che rifiuti il rifugio identitario fine a sé stesso, la fuga dalla politica, l’affannosa ricerca dei segni del passato come nuovi feticci da agitare verso il presente. Una sinistra che assuma la sconfitta di aprile come un momento di verità, non solo di debolezza. E che dalle ragioni profonde di quella sconfitta vuole ripartire, senza ripercorrerne gli errori, le presunzioni, i limiti. Una sinistra che guardi all’Europa come luogo fondamentale del proprio agire e di costruzione di un’alternativa a questa globalizzazione. Una sinistra del lavoro capace di mostrare come la sua sistematica svalorizzazione sia parte decisiva della crisi economica e sociale che viviamo.

Per far ciò pensiamo a una sinistra che riesca finalmente a mescolare i segni e i semi di più culture politiche per farne un linguaggio diverso, un diverso sguardo sulle cose di questo tempo e di questo mondo. Una politica della pace, non solo come ripudio della guerra, anche come quotidiana costruzione della cultura della non violenza e della cooperazione come alternativa alla competizione. Una sinistra dei diritti civili, delle libertà, dell’uguaglianza e delle differenze. Una sinistra che non sia più ceto politico ma luogo di partecipazione, di ricerca, di responsabilità condivise. Che sappia raccogliere la militanza civile, intellettuale e politica superando i naturali recinti dei soggetti politici tradizionali. E che si faccia carico di un’opposizione rigorosa , con l’impegno di costruire un nuovo, positivo campo di forze e di idee per il paese. La difesa del contratto nazionale di lavoro, che imprese e governo vogliono abolire per rendere più diseguali e soli i lavoratori e le lavoratrici è per noi l’immediata priorità, insieme all’affermazione del valore pubblico e universale della scuola e dell’università e alla difesa del clima che richiede una vera e propria rivoluzione ecologica nel modo di produrre e consumare.

Lavorare da subito ad una fase costituente della sinistra italiana significa anche spezzare una condizione di marginalità – politica e persino democratica – e scongiurare la deriva bipartitista , avviando una riforma delle pratiche politiche novecentesche.

L’obiettivo è quello di lavorare a un nuovo soggetto politico della sinistra italiana attraverso un processo che deve avere concreti elementi di novità: non la sommatoria di ceti politici ma un percorso democratico, partecipativo, inclusivo. Per operare da subito promuoviamo l’associazione politica “Per la Sinistra”, uno strumento leggero per tutti coloro che sono interessati a ridare voce, ruolo e progetto alla sinistra italiana, avviando adesioni larghe e plurali.

Fin da ora si formino nei territori comitati promotori provvisori, aperti a tutti coloro che sono interessati al processo costituente , con il compito di partecipare alla realizzazione, sabato 13 dicembre, di una assemblea nazionale. Punto di partenza di un processo da sottoporre a gennaio a una consultazione di massa attorno a una carta d’intenti, un nome, un simbolo, regole condivise. Proponiamo di arrivare all’assemblea del 13 dicembre attraverso un calendario di iniziative che ci veda impegnati, già da novembre, a costruire un appuntamento nazionale sulla scuola e campagne sui temi del lavoro e dei diritti negati, dell’ambiente e contro il nucleare civile e militare e per lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Sappiamo bene che non sarà un percorso semplice né breve, che richiederà tempo, quel tempo che è il luogo vero dove si sviluppa la ricerca di altri linguaggi, la produzione di nuova cultura politica, la formazione di nuove classi dirigenti. Una sinistra che sia forza autonoma – sul piano culturale, politico, organizzativo – non può prescindere da ciò. Ma il tempo di domani è già qui ed è oggi che dobbiamo cominciare a misurarlo. Ecco perché diciamo che questo nostro incontro segna, per noi che vi abbiamo preso parte, la comune volontà di un’assunzione individuale e collettiva di responsabilità. La responsabilità di partecipare a un percorso che finalmente prende avvio e di voler contribuire ad estenderlo nelle diverse realtà del territorio, di sottoporlo ad una verifica larga, di svilupparlo lavorando sui temi più sensibili che riguardano tanta parte della popolazione e ai quali legare un progetto politico della sinistra italiana, a cominciare dalla pace, dall’equità sociale e dal lavoro, dai diritti e dall’ambiente alla laicità.

Noi ci impegniamo oggi in questo cammino. A costruirlo nel tempo che sarà richiesto. A cominciare ora.

 

Roma, 7 novembre 2008

 

Primi firmatari

Mario Agostinelli, Vincenzo Aita, Ritanna Armeni, Alberto Asor Rosa, Angela Azzaro, Fulvia  Bandoli, Katia Belillo, Giovanni Berlinguer, Piero Bevilacqua, Jean Bilongo, Maria Luisa Boccia, Luca Bonaccorsi, Sergio Brenna, Luisa Calimani, Antonio Cantaro, Luciana Castellina, Giusto Catania, Paolo Cento, Giuseppe Chiarante, Raffaella Chiodo, Marcello Cini, Lisa Clark, Maria Rosa Cutrufelli, Pippo Delbono, Vezio De Lucia, Paolo De Nardis, Loredana De Petris, Elettra Deiana, Carlo De Sanctis, Arturo Di Corinto, Titti Di Salvo, Daniele Farina, Claudio Fava, Carlo Flamigni, Enrico Fontana, Marco Fumagalli, Luciano Gallino, Giuliano Giuliani, Umberto Guidoni, Leo Gullotta, Margherita Hack, Paolo Hutter, Francesco Indovina, Rosa Jijon, Francesca Koch, Wilma Labate, Simonetta Lombardo, Francesco Martone, Graziella Mascia, Gianni Mattioli, Danielle Mazzonis, Gennaro Migliore, Adalberto Minucci, Filippo Miraglia, Marco Montemagni, Serafino Murri, Roberto Musacchio, Pasqualina Napoletano, Paolo Naso, Diego Novelli, Alberto Olivetti, Moni Ovadia, Italo Palumbo, Giorgio Parisi, Luca Pettini, Elisabetta Piccolotti, Paolo Pietrangeli, Fernando Pignataro, Bianca Pomeranzi, Alessandro Portelli, Alì Rashid, Luca Robotti, Massimo Roccella, Stefano Ruffo, Mario Sai, Simonetta Salacone, Massimo L. Salvadori, Edoardo Salzano, Bia Sarasini, Scipione Semeraro, Patrizia Sentinelli, Massimo Serafini, Tore Serra, Giuliana Sgrena, Aldo Tortorella, Gabriele Trama, Mario Tronti, Nichi Vendola

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Venerdì 7 novembre, alle ore 21 presso la Sala Parrocchiale di Massa Fermana, seconda serata della campagna di ascolto indetta dai Partiti (Rifondazione Comunista, PdCI, Sinistra Democratica, Verdi) a sostegno della candidatura di Fabrizio Cesetti a Presidente della Provincia di Fermo.

La prima serata, svoltasi a Petritoli la settimana scorsa, ha visto una straordinaria partecipazione di pubblico con oltre 120 presenze.

Anche in questa occasione Fabrizio Cesetti presenterà le principali linee programmatiche della sinistra ed insieme a tutti gli altri esponenti politici dei partiti a suo sostegno sarà a disposizione dei cittadini per ascoltare esigenze, necessità, priorità e tutto quanto possa essere ritenuto interessante per la nuova Provincia di Fermo.

Saranno presenti i Segretari Provinciali di RC, PdCI, SD, Verdi oltre che gli Assessori ed i Consiglieri Provinciali uscenti di tali partiti.

Tale campagna di ascolto sarà propedeutica alla definizione di un programma politico-amministrativo condiviso con tutti gli altri partiti del Centro-Sinistra con i quali si intende affrontare questo importante appuntamento elettorale.

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MAI PIÙ

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Mai più immagini come questa.

Gli Stati Uniti hanno fatto la loro parte.

Adesso tocca a noi…

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PER SEMPRE COINVOLTI

 

In un momento in cui tanti vorrebbero criminalizzare il ’68 ed al tempo stesso esorcizzare l’arrivo di un altro ’68, penso sia quanto mai opportuno rileggere e risentire cosa scriveva e cantava Fabrizio De Andrè. Quarant’anni fa…

Un modo per ricordare Fabrizio e dedicare le sue parole a tutti quei “facinorosi” che in questi giorni scendono in piazza per difendere il diritto allo studio ed evitare che anche la cultura venga privatizzata.

 

Anche se il nostro maggio

ha fatto a meno del vostro coraggio

se la paura di guardare

vi ha fatto chinare il mento

se il fuoco ha risparmiato

le vostre Millecento

anche se voi vi credete assolti

siete lo stesso coinvolti.

 

E se vi siete detti

non sta succedendo niente,

le fabbriche riapriranno,

arresteranno qualche studente

convinti che fosse un gioco

a cui avremmo giocato poco

provate pure a credevi assolti

siete lo stesso coinvolti.

 

Anche se avete chiuso

le vostre porte sul nostro muso

la notte che le pantere

ci mordevano il sedere

lasciamoci in buonafede

massacrare sui marciapiedi

anche se ora ve ne fregate,

voi quella notte voi c’eravate.

 

E se nei vostri quartieri

tutto è rimasto come ieri,

senza le barricate

senza feriti, senza granate,

se avete preso per buone

le “verità” della televisione

anche se allora vi siete assolti

siete lo stesso coinvolti.

 

E se credente ora

che tutto sia come prima

perché avete votato ancora

la sicurezza, la disciplina,

convinti di allontanare

la paura di cambiare

verremo ancora alle vostre porte

e grideremo ancora più forte

per quanto voi vi crediate assolti

siete per sempre coinvolti,

per quanto voi vi crediate assolti

siete per sempre coinvolti.

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